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Argentina - Parte II

Imperatori, gatti e teatri
Area Sacra di Largo Argentina

“Et tu, Brute? Then fall, Caesar!” Secondo William Shakespeare, sono queste le ultime parole pronunciate da Cesare prima di morire. Ma dove cadde esattamente il corpo di Giulio Cesare? Secondo le fonti, il grande dittatore fu assassinato nella Curia da alcuni senatori, i cosiddetti “congiurati”, tra i quali appunto, spicca la figura di Bruto, il figlio di Servilia, l’amante “storica” di Cesare, che il vincitore dei Galli conosceva da quando era un bambino.

La Curia era il luogo dove si riuniva il Senato e si trovava nel Foro romano. Ma il 15 marzo del 44 a.C., quando Cesare fu assassinato, la Curia del Foro era temporaneamente chiusa per restauro dopo un incendio.

Rispettando l’indicazione delle fonti storiche, l’unica Curia esistente, oltre a questa appena citata, era proprio la Curia del Teatro di Pompeo, il primo teatro in muratura inaugurato a Roma nel 55 a.C.

Pompeo, il grande avversario politico di Cesare, aveva fatto costruire dietro la scena del teatro un enorme portico ornato di statue – una di queste è probabilmente il cosiddetto Abate Luigi, una delle sei Statue parlanti di Roma (ne parlo qui) - alle fine del quale si apriva un’esedra rettangolare, usata come Curia temporanea dai Senatori. Al centro della Curia c’era la statua di Pompeo, davanti alla quale – secondo la tradizione che non manca di ironia – cadde Cesare e che oggi è conservata a Palazzo Spada.

Questo luogo, fu murato per sempre nel 32 a.C. dal successore di Cesare, Augusto durante lavori di restauro del Teatro e venne definito luogo “sceleratus” (dal latino, participio passato di “scelerare” = macchiato con un delitto), maledetto.

Questo luogo tornò alla luce solo nel 1926, durante alcuni lavori edilizi che portarono alla scoperta dell’Area Sacra di Largo Argentina così come la vediamo noi oggi, con i suoi quattro templi di età repubblicana orientati ad est che alla spalle hanno, appunto, la Curia di Pompeo.

Sopra la Curia, oggi c’è la strada - via di Torre Argentina - che divide l’Area Sacra e il teatro Argentina, fondato nel 1732 e costruito proprio sulle rovine del luogo “sceleratus”.

La Curia termina o inizia esattamente dove vedete ora questo bell’esemplare di Pinus Pinea (foto nella Galleria).

L’Area Sacra di Largo Argentina è nota anche perché proprio in questo rettangolo scavato durante il fascismo, da cui spuntano la Curia e i quattro templi di età repubblicana, vive da tempo immemore una colonia felina. All’interno del cosiddetto Tempio D, per buona parte ancora sotto via Florida, la strada dove passa il tram per andare a Trastevere o a Piazza Venezia c’è un’associazione che si occupa di loro ma fino ai primi anni del secolo scorso “il cibo per i gatti randagi” era una voce del Bilancio Comunale.

Il pino e il Teatro Argentina

firma federica
Federica

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